domenica 17 ottobre 2010

La sfida di GusTÈ

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Non potevo di certo mancare ad un evento del genere che come per magia è stato organizzato a casa mia, per dirla in modo semplice. Astri indiscussi della cucina italiana come Salvatore Tassa, Ciccio Sultano, Mauro Uliassi e Niko Romito, in ordine di apparizione, che preparavano in maniera innovativa, rivisitata e studiata, da mettere a confronto con la ricetta originale preparata da 4 cuochi teramani che, certamente non al loro livello, ma hanno saputo onorare la cucina teramana tanto quanto loro. Per mia fortuna il destino mi ha permesso di assaporare il secondo piatto, ovvero la porchetta, di Mauro Uliassi, e il dolce, ovvero la pizza dogge, di Niko Romito. Ora cercherò di raccontare l'evento di ieri a mio modo:
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   - La Tiella Piatto tipico teramano fatto esclusivamente di verdure. Salvatore Tassa, chef del ristorante "colline ciociare" in provincia di Frosinone, si è scontrato con Francesco Auricchiella del ristorante "Duomo" di Teramo. Non voglio criticare ma il piatto di Tassa era praticamente uguale nella presentazione al piatto del teramano. Sentendo il giudizio di chi mangiava hanno detto che il piatto di Auricchiella era molto più buono da quello di Tassa. Io non ho avuto l'onore di assaggiare nessuno delle due preparazioni ma una cosa è sicura: sono riusciti a mettere al centro dell'attenzione un piatto che oramai si stava dimenticando.
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  - La mazzarella Altro tipico piatto teramano dove l'ingrediente principale è la coratella d'agnello.
Ciccio Sultano, chef del ristornate "Duomo" di Ragusa ibla, si è messo in competizione con Marcello Schillaci, titolare della Cantina di Porta Romana. Lo Chef stellato ha fatto un'ottima spiegazione sul suo piatto, facendo capire che è davvero un cuoco di gran classe. Neanche questo piatto ho avuto l'onore di assaggiare ma sempre per sentito dire è stato un piatto a dir poco eccezionale. Anche Schillaci ha spiegato della mazzarella e del modo di mangiare a Teramo, e devo dire che sono davvero felice che nella provincia di Teramo ci sia un cuoco come lui, capace di coinvolgere il cliente con la storia gastronomica teramana, anche con qualche battuta che non era mai di troppo.
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 - Panino con la porchetta
Mauro Uliassi, chef di "Uliassi Cucina di Mare" di Senigallia (An) e Alessandro Tribuna del "Cantinone".
  Questa sfida a mio modo era quasi impossibile da vincere per Uliassi, dato che la porchetta tutti siamo abituati a mangiarla nello stesso modo da anni ormai, e ci è sempre piaciuta! E invece lo chef marchigiano ci ha sconvolti all'unanimità. Anche io sono riuscito a sedermi al tavolo e ad assaggiare la sua pietanza. Qualcosa di unico. La sua porchetta aveva una crosta croccantissima ma non secca, abbinata ad una salsa agrodolce e da un panino con del finocchietto sopra e al centro oltre la porchetta c'erano delle verdure saltate. Qualcosa di incantevole. Anche la sua spiegazione è stata da vero professionista. La porchetta del teramano invece era tradizionalissima, buona ma la crosta era davvero secca....e non croccante!
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  - La pizza dogge Dolce tradizionale abruzzese caratterizzato dalla bagna all'Archemes e dalla mandorla. Niko Romito, chef del Ristorante "Reale" di Rivisondoli ha avuto come avversario Alessandro De Antoniis di "Cipria di Mare". Qui Niko Romito ci ha praticamente lasciati senza parole. Rivisitare un dolce del genere lo poteva fare solo un maestro come lui. Un dolce a strati con una crema alla mandorla sotto, croccante di mandorla, pan di spagna bagnato in un normale sciroppo, cacao, gelato al cacao e spuma all'archermes. Unendo tutti i prodotti era come se stessi mangiando una pizza dogge, ma con delle ottime caratteristiche in più. Il gelato è stato fatto utilizzando l'acqua, come un sorbetto, ma aveva la caratteristica di gelato (qui c'è stato studio, ricerca). Davvero unico.
Il dolce del teramano anche era davvero buono, tradizionale ma buono. Ha utilizzato ben 4 bagne diverse, tra cui una era un pò più alcolica.
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  Il sindaco Maurizio Brucchi e l'assessore al commercio Mario Cozzi hanno puntualizzato l'idea di supporto di questa iniziativa di marketing gastronomico. Creare un "marchio Teramo" che possa essere esportato fuori dai confini regionali: "Non si tratta di un vero e proprio duello tra gli chef teramani e quelli blasonati – ha spiegato  Antonio Paolini, autore del libro “Teramo, il linguaggio dei sapori”, e ispiratore dell'iniziativa – ma di un passaggio di conoscenze gastronomiche fra grandi chef".
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  Ed ora una bella foto di gruppo, sperando che qualcuno abbia appreso la lezione degli chef, stellati e non, in modo tale da dare più importanza al cibo anche nella vita di tutti i giorni, e non solo al ristorante!

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